“Roma regina del turismo”, twitta felice la sindaca Virginia Raggi. Certo non per merito suo, verrebbe da commentare. Tuttavia, per chi in Italia si ostinasse a non voler comprendere quale sia il vero motore della nostra economia la Confesercenti alla Borsa delle 100 città di Bologna sciorina numeri da capogiro.
Sono infatti 113 milioni le presenze in Italia di turisti ospiti delle nostre città e al vertice si trovano Roma e Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.
Quasi tre turisti ‘culturali’ su quattro si concentrano nelle mete più conosciute: le prime 10 città d’arte d’Italia – Roma, Milano, Firenze, Venezia, Torino, Napoli, Bologna, Verona, Genova e Pisa – totalizzano oltre 84 milioni di presenze su 113,4 milioni. La Capitale si conferma al primo posto con 15,2 milioni di arrivi e 36,6 milioni di pernottamenti, con una crescita di 1,1 milioni rispetto all’anno precedente e una media di 2,4 notti a visitatore. A fare da traino sono principalmente i turisti stranieri, che contano per il 64% delle presenze e rimangono, in media, 2,6 notti, ma non è da sottovalutare “l’effetto Papa Francesco“: a crescere di più, dal 2010, sono soprattutto i turisti in arrivo dal Centro e dal Sud America, che aumentano del 100,3%.
Non è da meno Matera che continua a raccogliere i frutti della sua nomina a Capitale Europea: aumento del 176% delle presenze negli ultimi sette anni, dovuto soprattutto alla domanda straniera (+216%).
Ma è comunque un elenco inesauribile quello delle città d’arte italiane che anche quest’anno migliorano le loro prestazioni nell’attirare presenze: hanno chiuso in crescita il 2018, con un aumento sostenuto sia degli arrivi (44,4 milioni, 600 mila in più del 2017) sia delle presenze, che passano da 110 milioni a 113,4 milioni, oltre un quarto (il 26,3%) delle presenze complessive in Italia (430 milioni nel 2018). A fare i calcoli è il Centro Studi turistici di Firenze in occasione della presentazione della 23/a Borsa delle 100 città d’arte, organizzata da Confesercenti e Assoturismo con il sostegno di Enit e Apt Emilia Romagna ed il patrocinio del Mibac e del Mipaaft, che quest’anno si terrà a Bologna dal 30 maggio al 1 giugno e sarà anticipata da un convegno a Pisa, il 7 maggio, sul turismo Slow.
Il 2018 è stato anche l’anno dei borghi: negli oltre 5.500 presenti in Italia sono stati registrati 22,8 milioni di arrivi e 95,3 milioni di presenze, per una spesa turistica complessiva stimata in circa 8,8 miliardi di euro, di cui il 57,3% dovuta a turisti stranieri. Anche in questo caso sono proprio i visitatori che vengono da fuori l’Italia a dare il maggior contributo alla crescita: le presenze di stranieri nei borghi sono salite del 31,5% tra il 2010 ed il 2018, contro un calo del -5,4% per i turisti italiani.
Da non sottovalutare un dato interessante legato alla nuova economia sviluppatasi nell’era digitale: l’incremento eccezionale delle attività ricettive. Tra il 2010 e il 2018 sono aumentate di 32 mila unità, portandosi ad un + 126%. Nello stesso periodo, i posti letto disponibili sono cresciuti del 25% (+196mila), trainati dall’offerta extralberghiera: nelle città d’interesse storico ed artistico, ormai il 54,5% dei posti letto è inserito in questo circuito. Nel 2010 erano il 45,4% . Un dato su cui vale la pena riflettere se vogliamo ripensare le politiche per questo settore.
Altro dato importante da considerare, per chi sostenesse ancora che la cultura non dà da mangiare: la crescita di arrivi e presenze nelle città d’arte va di pari passo con la crescita dei visitatori in musei, monumenti e aree archeologiche statali. Nel 2018 sono aumentati di oltre 5 milioni, raggiungendo la quota record di 55,5 milioni.
Le prospettive sono rosee anche per il futuro: dalla Cina infatti stanno per arrivare un milione di turisti in più grazie all’apertura di undici centri per i visti consolari che dal 2016 hanno facilitato gli ingressi nel nostro Paese. Lo prevede un’indagine del Centro studi Cna, condotta in collaborazione con Cna Turismo e Commercio secondo cui nel 2019 i turisti Cinesi nel nostro Paese supereranno i sei milioni di presenze, contro i cinque milioni del 2018 e del 2017 e i 4,5 milioni del 2016. In termini relativi, la crescita delle presenze toccherebbe, di conseguenza, il 20% in un anno e il 33% in tre anni.
Il movimento economico da essi generato raggiungerà secondo le previsioni il miliardo e mezzo di euro tra spese di viaggio, pernottamento e mangiare e bere, ma anche e soprattutto per lo shopping. I cinesi, tra i turisti extra-europei, sono infatti quelli che mediamente spendono di più: dall’analisi degli acquisti “tax free” emerge uno “scontrino” pro capite superiore ai mille euro. Ad attrarre maggiormente sono i grandi marchi italiani – dell’abbigliamento in particolare, dell’enogastronomia, del design – in questo favorisce la forte presenza di donne (rappresentano il 60% del totale) e la preponderante giovane età: il 65% conta tra i 20 e i 45 anni. Al di là dello shopping e di tutto quanto rientra nello stile di vita italiano – compresi turismo esperienziale, tradizioni artigianali ed enogastronomiche – sono le città d’arte e i 54 Siti Unesco presenti nel nostro Paese ad essere i principali attrattori.
Elisa Rocca
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