Adesso la parola è alle urne. Le indicazioni da cogliere da una campagna elettorale tanto schizofrenica quanto aggressiva e dai toni da resa dei conti, sono sostanzialmente due: la prima è che domenica sera sapremo se Renzi ed il suo governo hanno superato la prova e la seconda è se, ed in che misura avrà vinto il fronte antieuro ed il movimento antisistema e antipartiti guidato da Beppe Grillo. Tutto il resto e cioè ruolo e risultati della destra, da Berlusconi alla Lega passando per Ncd e Fratelli d’Italia, tagliati fuori di parecchie incollature rispetto al duello Pd-Cinquestelle e dell’estrema sinistra di Tsipras mai entrata veramente in gioco, resta estremamente marginale. La partita è stata e si gioca a due con molte incognite, a cominciare da quella dell’astensionismo sul risultato finale, protesta che, per domenica, si preannuncia quantomai significativa.
Vediamo i possibili scenari. Renzi esclude una crisi di governo in caso di vittoria di Grillo. Il voto, ha detto a più riprese, non è a favore o contro il governo ma a favore o contro l’austerità imposta da Berlino e dai ricchi dell’Europa a due velocità, caldeggiata dagli “gnomi della finanza” di Francoforte. Il premier difende la sua scelta di voler giocare un domani, in caso di vittoria della socialdemocrazia europea, la partita destinata a cambiare le regole del sistema euro e dell’austerità legata al fiscal compact. Dunque riforme, mediate e progressive ma niente strappi. L’ipotesi di una caduta per Renzi sarebbe legata ad un no del Parlamento al suo piano di riforme. Solo allora ha detto a più riprese il presidente del Consiglio, “potrei rimettere il mandato nella mani del Capo dello Stato.”
Pensare comunque, come fanno Renzi e Berlusconi che queste elezioni europee non possano e non debbano avere riflessi sul governo e sulla doppia maggioranza che lo sostiene, è un approccio poco rispondente alla realtà. La feroce campagna elettorale che si chiude in queste ore, al di là degli insulti, delle minacce e della assoluta mancanza di progetti e proposte dei partiti, ha confermato che nel Paese si è creato un fronte del rifiuto rispetto ad un crisi che invece di allontanarsi si ripropone sempre più come drammatica e senza vie d’uscita.
Le buone intenzioni, di tutti in verità restano, ma il linguaggio crudo dei dati economici negativi, della disoccupazione, della corruzione e e dei privilegi della casta politica scandiscono da troppo tempo i pensieri e e le preoccupazioni di milioni e milioni di famiglie italiane costrette a fare i conti con stipendi e pensioni tornati ai valori di oltre venti anni fa che non resuscitano certo grazie agli ottanta euro di alleggerimento fiscale riconosciuti in busta paga dal governo Renzi.
Ed è questa forse l’incognita più seria: il voto plebiscitario che potrebbe rifluire sul fronte del rifiuto rappresentato da Grillo e dal suo movimento. L’ottimismo del Pd e di Berlusconi erano svaniti già nei giorni scorsi, quando il primo pensava di vincere a mani basse, ed il secondo ragionava ancora su percentuali al di sopra del 20 per cento. Piazze e sondaggi riservati hanno freddato gli entusiami di Pd e Forza Italia facendo salire la temperatura soprattutto di quegli indecisi che faranno la differenza e che poltrebbero decretare un successo senza precedenti per gli antisistema.
A confermare questi dubbi due piazze di Roma. Quella di Renzi dove ad ascoltare il capo del governo c’erano si e no cinque-seimila persone che hanno trovato anche il tenpo di scazzottarsi tra loro e Piazza San Giovanni gremita all’inverosimile per Beppe Grillo che con il suo termometro personale aveva spiegato che riempiendo l’ex tempio sacro di sindacati, segretari comunisti e post comunisti, per la sinistra non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Ora si tratta solo di attendere il voto. Per la resa dei conti che potrebbe essere drammatica per molti, aspetteremo domenica notte. E soltanto allora sapremo se Grillo sarà riuscito o meno nel suo intento di “mandare a casa il sistema” e “processare via web” euro, Napolitano, partiti, banche, giornalisti. corrotti e indegni…
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