Le borse europee restano fiduciose sulla volontà dei governi di agire con decisione per arginare la crisi del debito intervenendo a sostegno del sistema bancario. E così, dopo il rally di ieri, gli acquisti proseguono, con i principali listini che guadagnano fra l’1 e il 2%. Bene anche Milano che guadagna oltre l’1%. La Bce intanto, come previsto, ha lasciato invariato all’1,5% il tasso principale di riferimento.
Si restringe ancora anche il differenziale fra Btp e Bund decennali che torna sotto la soglia dei 360 punti base: il differenziale si è ridotto a 357,4 punti contro i 370 della chiusura di ieri. Lo spread tra il decennale spagnolo e tedesco resta sopra i 300 punti (a 314) e quello dei bond del Belgio sopra i 200 punti (211,4).
Gli acquisti in Europa si concentrano soprattutto su auto e materie prime (+2,9% gli indici Dj Stoxx di settore) ma corrono anche bancari e assicurazioni, con rialzi attorno ai due punti percentuali. I mercati beneficiano dell’annuncio di una azione comune coordinata per ricapitalizzare le banche proposto dal presidente della Commissione Ue Josè Barroso.
«Abbiamo proposto agli Stati membri un’azione comune per per ricapitalizzare le banche e per liberarle dagli asset tossici che hanno in portafoglio», ha detto Barroso. Ieri, era stato il commissario agli Affari economici Olli Rehn a ventilare l’ipotesi di «un’azione comune» sugli istituti europei che soffrono della crisi del debito e che sono stati più volte messi in guardia, anche dagli ultimi stress test, dai livelli di capitale pericolosamente vicini alla soglia di guardia.
E la situazione dei debiti sovrani, in continuo deterioramento come ha ammesso Bruxelles stessa, aggraverà la sofferenza delle banche. Per questo, come ha confermato Barroso oggi, si studia una «azione comune», ovvero uno schema che possa essere applicato in modo uniforme a tutti gli istituti europei, in modo da essere più efficace data la loro stretta interconnessione. L’annuncio del piano o «azione comune» sulle banche, richiesta anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ieri ha fatto risollevare le borse d’Europa.
La mannaia di Moody’s intanto si abbatte ancora sull’Italia. Dopo il taglio del rating del nostro Paese è arrivata anche l’atteso downgrade per la gran parte delle aziende pubbliche e private italiane, a cominciare da quello delle due principali banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Ma l’agenzia non ha risparmiato Eni, Enel, Terna Finmeccanica, Poste italiane, confermando invece il rating di Generali, l’unico grande gruppo a salvarsi.
Sul fronte degli istituti di credito, il giudizio di Moody’s riflette soprattutto il coinvolgimento dell’Italia nella crisi dei debiti sovrani che sta colpendo severamente gran parte dell’Eurozona. Sia per Unicredit che per Intesa Moody’s ha tagliato il rating sui depositi e il debito a lungo termine: nel primo caso portandolo da A3 ad A2, nel secondo da Aa3 ad A2. In entrambe le situazioni l’outlook – cioè le prospettive – è negativo.
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