Domani sarà giorno di pagelle per i Paesi Ue ma per ora l’Italia sembra non rischiare la bocciatura. Sarà infatti rimandata al 2017 l’analisi della Legge di Bilancio, che ha messo a dura prova i rapporti tra Ue e Governo Italiano, soprattutto per via delle polemiche delle scorse settimane tra Juncker e Renzi.
La Commissione è pienamente consapevole che la manovra economica rischia di non rispettare le regole imposte dall’Unione su debito e deficit (solo ieri Piazza Affari ha chiuso registrando uno spread di 176 punti).
Nonostante questo, sembra che voglia lasciare il tempo al Governo italiano di superare lo scoglio del referendum e cercare di negoziare con Roma. Intanto, nella giornata di domani, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker pubblicherà anche una comunicazione di diciotto pagine in cui introduce una moratoria delle politiche di austerity così attaccate dal Governo Renzi, per il biennio 2017-2018.
Nel frattempo, l’Italia dovrà provvedere a fornire tutta una serie di chiarimenti, in prima luogo sulle modalità di recupero delle coperture necessarie a coprire le spese per migranti ed emergenza terremoto che Renzi ha chiesto di non considerare nel conteggio del deficit dello Stato italiano.
Roma nel 2015-2016 ha beneficiato di 19 miliardi di flessibilità ma nel 2017 avrebbe dovuto far scendere il deficit dal 2,4% del Pil del 2016 all’1,8% promesso lo scorso maggio da Padoan (cifra che già beneficiava di uno sconto sul risanamento dello 0,4%, quasi 7 miliardi).
Al momento la Commissione è pronta a concedere all’Italia uno sconto di oltre tre miliardi sul risanamento rispettivamente per migranti (Renzi ne chiedeva 4,2) e sisma (la richiesta era 4,8).
Insomma, l’indicazione di un risk of non-compliance delle regole europee c’è eccome. Per ora però, la Commissione prolunga i tempi e sembra voler concedere all’Italia un po’ di respiro. Almeno fino al 2017, quando pubblicherà il rapporto sulla violazione del debito pubblico: a quel punto, l’Ue dovrà decidere se riconoscere le circostanze eccezionali affermate dal Governo o aprire una procedura d’infrazione e commissariare l’Italia.
Nel frattempo, l’economia italiana ha registrato un aumento dello 0,3% del Pil nel terzo trimestre del 2016. Un dato importante, sottolinea l’Istat, soprattutto alla luce della crescita zero che aveva contraddistinto il trimestre precedente.
“Con le riforme sale il Pil, senza riforme sale lo spread. Avanti tutta, l’Italia ha diritto al futuro #passodopopasso” ha affermato il premier Matteo Renzi. Mentre, nell’incontro con il gruppo Pd sulla legge di Bilancio, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che “I dati Istat sul Pil «sono in linea con le stime del governo”.
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