In nottata, al termine di “un buon giorno di lavoro per l’ Europa”, come lo ha definito il presidente della Commissione Ue Jose’ Manuel Barroso dopo la prima serata di riunione fra i capi di Stato e di governo dell’ Unione, è stato finalmente raggiunto un accordo fra Parlamento e Consiglio che salvaguarda il lavoro dei giovani cittadini europei. Erano circa le due del mattino quando il Consiglio Ue – superando le resistenze della Gran Bretagna – ha raggiunto l’ accordo sul nuovo piano per contrastare la la disoccupazione giovanile che preoccupa tutta l’Europa: 6 miliardi di euro da spendere nel prossimo biennio, tra il 2014 e il 2015, con la possibilità di aumentarli nel periodo successivo del bilancio multi annuale. Fondi utilizzabili subito, anziché spalmarli in sette anni, perché è questo il momento di creare posti di lavoro per il 26 milioni di giovani europei disoccupati, di cui 6 milioni hanno meno di 25 anni di età. Della somma stanziata all’ Italia saranno destinati tra i 450 e i 500 mila milioni di euro. Molto soddisfatto il presidente del Consiglio Enrico Letta, che dell’ approvazione del piano aveva fatto un punto dirimente della sua azione di governo: ” E’ un risultato molto positivo e sono molto contento”. ” Riusciamo a ottenere più di quanto si pensava – ha spiegato il premier italiano al termine del vertice – c’ è un’ aggiunta, probabilmente di 3 miliardi di euro, in più rispetto a quanto era previsto nel front loading del piano per il lavoro giovanile”. Insomma, ” sono molto contento, mi sembra sia andata bene. La parte principale dell’ accordo è realizzata, sia quella sulla lotta alla disoccupazione giovanile che quella sul bilancio”.
Il vertice europeo porta quindi a casa l’ anticipo al 2014-2015 dei sei miliardi destinati alla ‘ garanzia dei giovani’, che potranno diventare almeno otto dal 2015 in poi grazie alla flessibilità prevista dall’ accordo sul bilancio raggiunto tra Parlamento e Consiglio. Ma non c’ è stato solo questo, i 27 – che da lunedì 1 luglio saranno 28 con l’ ingresso nell’ Ue della Croazia – hanno definito il piano di sostegno alle imprese, con la Bei (la Banca europea degli investimenti) che giocherà un ruolo fondamentale nel finanziamento di progetti i quali, nota il presidente Barroso, ”rimarrebbero altrimenti senza credito”. La Banca europea per gli investimenti deve aumentare l’ attività di prestiti nell’ Unione europea di almeno il 40% nel periodo 2013/2015″. E per questo l, si legge nelle conclusioni al terminbe della prima serata di lavori del vertice Ue, a Bei “ha già identificato nuove opportunità di prestito di oltre 150 miliardi” per una serie di priorità “critiche” come l’ innovazione, l’ accesso al credito delle Pmi, l’ efficienza delle risorse e le infrastrutture strategiche.
Se gli auspici alla vigilia del Consiglio europeo erano per una rapida approvazione del piano che avrebbe rilanciato l’ occupazione giovanile e le misure per la crescita, la realtà è poi stata ben altra. Il premier britannico David Cameron ha minacciato il veto se non avesse ottenuto garanzia sullo ‘ sconto’ (rebate) – di cui Londra ormai da anni è beneficiaria – nell’ ambito del bilancio europeo 2014-2020. Uno sconto deciso a febbraio ma messo in discussione dall’ interpretazione data da alcuni paesi (Francia in testa) alla revisione dei fondi per lo sviluppo agricolo derivanti dalla riforma della Pac, la Politica agricola comune. Le resistenze di Cameron (la Gran Bretagna non aderisce alla zona euro e da sempre rappresenta quasi una entità a parte nel complesso dell’ Unione europea, ndr) sono state superate dopo ore di trattativa. Il premier britannico ha ritirato la sua minaccia di veto, permettendo l’ intesa sull’ occupazione, dopo l’ assicurazione che non sarebbero cambiate le basi di calcolo dell’ accordo raggiunto a febbraio e che non sarebbero stati ridotti i contributi che vengono versati a Londra.
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