Quando manca il lavoro i giovani s’ingegnano in progetti innovativi, con tutto il sapore dell’originalità che può avere ad esempio un sale spray a basso contenuto di sodio che insaporisce perfettamente qualsiasi pietanza.
Mediamente, in un anno i giovani in- o dis-occupati bussano a 14 porte diverse, curriculum alla mano. Non tutti, però, mostrando coraggio e intraprendenza: una percentuale del 34% per rassegnazione e sfiducia non ha inviato alcuna domanda di assunzione o lavoro. A quelli che si sono dati da fare, invece, se nessun apre loro si dichiarano disposti ad accettare anche uno di quei lavori che un tempo venivano considerati umili. E, se uno su tre sceglie di lasciate tutto e andare all’estero, più di uno su due (56%), in assenza d’altro si adatterebbe a fare lo spazzino. Un mestiere che, da emblema dei lavori meno ambiti, è diventato nel tempo della disoccupazione record un “lusso” per gli italiani under 35, tanto da essere preferito ad un posto nei call center, come badante o dog sitter.
E’ quello che emerge dalla analisi Coldiretti/Ixè su “I giovani italiani, la vita e il lavoro”. L’indagine, presentata a Roma al “Salone della creatività Made in Italy”, in occasione della consegna dei premi per l’innovazione Oscar Green, mette in luce le difficoltà in cui si dibattono i nostri ragazzi in cerca di occupazione: trentenni che vivono ancora, nel 2018, con la paghetta dei genitori o di altri parenti, giovani costretti ad andare all’estero o altri che “sognano” un posto da operatore ecologico… ma quando tutto sembra perduto, ecco che nascono imprese agricole innovative. Cresce infatti del 9% il numero di imprese agricole italiane, condotte da under 35, che vedono nel cibo Made in Italy nuove e interessanti prospettive di futuro, portando l’Italia al vertice in Europa per numero di aziende condotte da giovani. Il nostro Paese con 53.475 imprese agricole italiane, condotte da under 35, è quello che nel Vecchio Continente presenta il maggior numero di giovani impegnati in agricoltura. “Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese di giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”. Il risultato è che, secondo Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
I giovani italiani sono diventati sempre più flessibili e disposti a fare lavori meno gratificanti pur di riuscire a mantenersi in un contesto in cui il tasso di disoccupazione giovanile è del 32,7%, in calo anche se resta il terzo dato più alto d’Europa dopo Grecia e Spagna secondo gli ultimi dati Istat. Se un posto da operatore ecologico sarebbe accettato dal 56 per cento degli under 35 disoccupati, poco più della metà (51%) punterebbe a un lavoro nella food delivery (consegna di cibo a domicilio) e un 50% farebbe il dog sitter, che si piazza ben davanti a pony express (39%) e operatore di call center (37%) mentre uno su quattro (24%) vorrebbe fare il badante.
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