Rende omaggio al cinema italiano, e più in particolare a Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, il regista svedese Roy Andersson, vincitore del Leone d’oro di Venezia 71 con Un piccione seduto sul ramo riflette sull’esistenza. Il film narra il viaggio, in un indefinito paesaggio occidentale, di un venditore e di un ritardato mentale, attraverso un percorso punteggiato da incontri e situazioni inaspettate che permettono l’acquisizione di una nuova e più articolata prospettiva della società attuale: “una prospettiva aerea”, per usare le parole del regista, propria di “un uccello che riflette sulla condizione umana”.
Attira unanimi consensi il Leone d’argento per la miglior regia assegnato al regista russo Andrej Koncalovskij, autore de Le notti bianche di un postino, pellicola lirica e sincera incentrata su un villaggio russo che vive una realtà ampiamente anacronistica, i cui unici legami con il resto del mondo sono costituiti dall’attività di spola di un postino.
Doppia Coppa Volpi per gli interpreti di Hungry hearts di Saverio Costanzo, Alba Rohrwacher – reduce dal Grand Prix della giuria a Cannes per Le meraviglie, film girato insieme alla sorella regista Alice – e Adam Driver – quest’ultimo contestato dai critici in favore delle prove di attori quali Elio Germano (Il giovane favoloso), Willem Dafoe (Pasolini) o Michael Keaton (Birdman).
Altrettanto discusso il Premio speciale della giuria a Sivas del turco Kaan Müjdeci, cruda rappresentazione dei combattimenti dei cani e di un villaggio dell’Anatolia filtrata dagli occhi di un adolescente. Fra gli altri riconoscimenti si segnalano il Gran premio della giuria a The look of silence, documentario di Joshua Oppenheimer incentrato sul tema del genocidio in Indonesia – definito un capolavoro dal giurato Tim Roth –, il premio Marcello Mastroianni per l’attore esordiente a Romain Paul, protagonista di Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte, il premio per la migliore sceneggiatura a Rakhshan Banietemad per il suo Tales (Ghesseha) e il “Luigi De Laurentiis” per la miglior opera prima a Court dell’indiano Chaitanya Tamhane, vincitore anche nella sezione Orizzonti.
Si evince, dai titoli premiati, un coerente e preciso intento da parte della giuria e del Presidente, il compositore Alexandre Desplat, a voler privilegiare quelle pellicole che, sostanziate da un alto contenuto filosofico e politico, hanno saputo maggiormente evidenziare le molteplici incrinature e distopie del mondo contemporaneo. Particolarmente presente e apprezzato il cinema italiano, che si aggiudica, oltre alle Coppe Volpi andate al film di Costanzo,il Premio speciale di Orizzonti a Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco e il premio Pasinetti come miglior film della Mostra – assegnato dal Sindacato giornalisti del cinema –, nonché il premio “Schermi di qualità” – intitolato al regista Carlo Mazzacurati, recentemente scomparso –, a Anime nere di Francesco Munzi.
Si conclude così, con i ringraziamenti del Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, la 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. L’ultima parola sui film toccherà tuttavia agli spettatori. «Stasera su questo palco – dichiara la madrina della rassegna, Luisa Ranieri, in apertura della cerimonia di premiazione – festeggeremo i vincitori. Da domani, insieme, festeggeremo il cinema, tutto il cinema bello che abbiamo visto noi qui per primi. È questo il nostro patto».
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