Un altro scoop dell’amministrazione capitolina, per molti è un vero e proprio schiaffo all’identità. Soprattutto per coloro che qualcuno definisce nostalgici e che invece hanno un alto concetto ben radicato della grande storia romana che costituisce il nostro irrinunciabile patrimonio culturale. Come l’assessore ai Lavori Pubblici della giunta Alemanno, Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An in Campidoglio, che sottolinea come Marino sembri avere una sorta di “ossessione verso i simboli e i riferimenti culturali che hanno fatto di Roma la storia e il brand che tutto il mondo conosce”.
Ma veniamo ai fatti. Oggi, proprio oggi che la prima pagina internazionale di un quotidiano conosciuto come il NYT parla e illustra con foto eloquenti il degrado della Capitale, la giunta guidata da Ignazio Marino vara il progetto di sostituire tutti i numeri romani sulle targhe cittadine con la formula alfanumerica. Questo per obbedire a una direttiva dell’Istat volta alla standardizzazione della toponomastica. Di conseguenza non leggeremo più ‘piazza Pio XI’, ma piazza Pio Undicesimo. Ugualmente per via XXIV Maggio che diventa via Ventiquattro Maggio.
“Una storia di millenni non può essere cancellata in un secondo in nome di una ‘semplificazione’ costosa in termini di spese da sostenere e che mortifica la romanità, di cui evidentemente il sindaco Marino si vergogna”, fa notare Dario Rossin, vice capogruppo di Forza Italia in Campidoglio. “Il primo cittadino aveva già dato esempio con il contestato logo relazionale Rome&You, che non prevedeva l’acronimo Spqr, Senatus populusque romanus, e non contemplando la dicitura ‘Capitale’ nei documenti ufficiali”, ricorda ancora Rossin.
Sarebbe stato invece necessario, tuona Fabrizio Santori, “chiedere una più che ovvia riserva per la città di Roma, ma evidentemente la Giunta guidata da Ignazio Marino non attendeva altro. E’ un’altra sconfitta per Roma, la sua tradizione e le sue identità, e per tutti i romani che subiranno l’ennesima omologazione di simboli storici e rappresentativi della nostra città. Noi però staremo a guardare, e impediremo invece che ci venga tolto l’orgoglio della nostra tradizione da un sindaco inadeguato. Per questo ho già predisposto una mozione per tutelare documenti e toponomastica romana da uno scempio dal sapore quasi iconoclasta”, conclude l’esponente del comitato DifendiAMO ROMA.
Ma a ribellarsi a tale improvvisa decisione di cancellare i numeri romani dalle targhe c’è anche un esponente del Pd, il deputato Michele Anzaldi: “Degrado Roma finisce in prima New York Times, caos trasporti dura da 23 giorni, ma per Comune priorità è stop numeri romani. Servirebbe ricorso a Tar”, twitta.
E, finalmente arriva la precisazione dal Campidoglio: “Nessuna sostituzione delle targhe esistenti e nessun costo aggiuntivo per il Comune di Roma’‘. Lo precisa all’Adnkronos l’assessore capitolino alla Cultura, Giovanna Marinelli.
”Rispondiamo a un’indicazione dell’Istat a cui non potevamo non rispondere – riferisce l’assessore alla cultura – L’Istituto di statistica ha individuato dei processi di standardizzazione, ossia delle regole tecniche, a cui i comuni si devono necessariamente uniformare nelle denominazioni di toponomastica”.
”Queste regole prevedono che venga adeguato l’archivio on line, ovvero il database dentro il portale dei comuni e, devo dire, che Roma è stata tra i primissimi comuni ad aver già fatto questo lavoro. Ma queste regole non comportano nessuna sostituzione delle targhe esistenti, se non per quelle che mano a mano vengono sostituite per anzianità, perché sono rovinate, rotte o macchiate. Ovviamente le regole valgono per le nuove targhe. Tradotto in parole povere non c’è nessun costo aggiuntivo”.
La nuova deliberazione della giunta capitolina presta comunque il fianco a nuove feroci critiche all’indirizzo del primo cittadino. A farsi sentire è Giorgia Meloni, il candidato al momento più temibile per Ignazio Marino votato qualora vi fossero a breve nuove elezione per l’amministrazione della Capitale. “Mentre il ‘New York Times’ pubblica in prima pagina un reportage sul degrado, l’incuria e l’abbandono di Roma descrivendo la Città Eterna come una discarica, la Giunta Marino cancella dalla toponomastica e dalle carte d’identità i numeri romani. Marino basta: sei ridicolo e stai facendo solo cose ridicole. Invece di togliere i numeri romani, togli lo schifo che si vede in ogni angolo di Roma. Perché trasformare la Capitale d’Italia in un simbolo di degrado a livello internazionale è scandaloso”. E’ quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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