Entro il 31 marzo tutte le banche e gli altri operatori finanziari sono tenuti a inviare all’Agenzia delle Entrate una lunga e dettagliata serie di dati dei loro correntisti relativi al 2015. Si va dai movimenti bancari alle varie operazioni di investimento e deposito, fino a ogni trasferimento fisico di denaro o beni preziosi, come i gioielli. Starà poi al cervellone elettronico del fisco rilevare in automatico i dati “a rischio di evasione”, tramite un confronto con quanto dichiarato dal contribuente. Solo a quel punto potrà scattare l’accertamento.
Come ricorda la Cgia di Mestre, un archivio del fisco sempre aggiornato rappresenta solo l’ultima arma nelle mani dell’amministrazione finanziaria per combattere l’evasione fiscale, in un pacchetto che contiene già, tra l’altro, l’abolizione del segreto bancario, i blitz contro la mancata emissione di scontrini (514mila controlli solo nel 2015), il redditometro e la fattura elettronica. Crolla così per il fisco italiano l’ “alibi sull’evasione” fiscale, commenta la Cgia ricordando che le banche e gli intermediari finanziari “dovranno comunicare all’Amministrazione finanziaria i dati relativi al 2015 dei saldi e delle informazioni sulle movimentazioni dei conti correnti e dei rapporti finanziari, aggiornando così il poderoso archivio del fisco”. “Integrando quest’ultimo strumento al pacchetto di misure messe a disposizione in questi ultimi anni, la nostra Amministrazione finanziaria è nelle condizioni di non poter più sollevare alcun alibi” afferma la Cgia.
Grazie all’abolizione del segreto bancario, la Cgia ha individuato almeno una dozzina di provvedimenti che attualmente sono a disposizione del fisco per contrastare efficacemente l’evasione, a partire proprio dall’abolizione del segreto bancario cui si aggiungono studi di settore, blitz contro la mancata emissione di scontrini e ricevute, redditometro,spesometro. Ma non solo. E’ attivo il 117 numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza, il super cervellone Serpico che registra decine di migliaia di informazioni al secondo per mettere a confronto dichiarazioni dei redditi, polizze assicurative, informazioni del catasto, del demanio, della motorizzazione.
I nuovi provvedimenti prevedono anche metodologie di controllo delle Pmi e dei lavoratori autonomi, il limite all’utilizzo dei contanti fino a 3.000 euro, l’utilizzo del Pos per le transazioni commerciali, la fattura elettronica ed il reverse charge. “Adesso ci sono tutte le condizioni affinché l’evasione venga contrastata e ricondotta a dimensioni più accettabili, favorendo coloro che non vogliono e non possono evadere le tasse. Ovvero, la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani” afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo.
La Cgia ricorda che nel 2015 il Fisco ha effettuato oltre 514.000 interventi di controllo su scontrini, ricevute, fatture e sui documenti di trasporto delle merci. Tuttavia, evidenzia, “il problema dell’infedeltà fiscale nel nostro Paese rimane”. Il segretario della Cgia Renato Mason sottolinea infatti che “ci sono ancora moltissime persone completamente sconosciute al fisco che continuano a nascondere quote importanti di valore aggiunto”. “Non dimentichiamo, poi, -conclude Mason- il mancato gettito imputabile alle manovre elusive delle grandi imprese e alla fuga di alcuni grandi istituti bancari e assicurativi che hanno spostato le sedi fiscali nei Paesi con una marcata fiscalità di vantaggio per pagare meno tasse”.
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