Sono due piccole righe, un punto di un comma nella lunghissima legge di stabilità approvata a fine 2013 dal Parlamento, che, cancellando l’interesse sull’interesse, rivoluzionano il sistema dei prestiti. E farebbero tirare un sospiro di sollievo a tantissimi contraenti di mutui.
È il comma 629, per la precisione, che sostituisce, al secondo punto dell’articolo 120 del Testo Unico Bancario queste righe:
gli interessi periodicamente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale”.
La cancellazione dell’anatocismo bancario, ovvero la capitalizzazione dell’interesse, ripiana una disparità di fatto non legittimata dalla dottrina civilistica italiana, ma accettata da una serie di sentenze di Corte di cassazione che, successivamente, ha cambiato orientamento e affermato l’illegittimità degli addebiti bancari per anatocismo anche per il passato. Con la modifica del Tub si archivia definitivamente questo fenomeno come minimo odioso.
Un passaggio che come sostenuto da Comitas, associazione delle piccole e medie imprese italiane
dovrebbe avere anche effetto sulla eventuale produzione di interessi delle rate di finanziamenti e mutui con passaggio in conto corrente e carte revolving”.
Una premessa importante, che assume un rilievo ancor maggiore alla luce del fatto che Cassa Depositi e Prestiti, di concerto con Abi, ha reso operativo il Plafond Casa, una dotazione di due miliardi di euro destinati all’accesso al credito nel settore residenziale.
Praticamente uno stanziamento di risorse alle banche che dovranno essere destinate al finanziamento, tramite mutui garantiti da ipoteca, per l’acquisto di immobili residenziali.
Sono 20 le banche che hanno già dato la propria adesione al progetto rivolto, “in via prioritaria” come si legge in una nota di Abi, alle giovani coppie, famiglie con soggetti disabili e famiglie numerose per “l’acquisto di immobili ad uso abitativo e interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica”.
Il Plafond Casa consentirebbe inoltre di ottenere tassi di interesse particolarmente vantaggiosi rispetto al mutuo standard delle banche, ma presenta dei limiti, temporali e di importo: 10, 20 o 30 anni per rifondere la cifra finanziata che può ammontare a 100 mila euro per gli interventi ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica; 250 mila euro per l’acquisto di una abitazione principale senza ristrutturazione e 350 mila euro per l’acquisto di una abitazione principale con interventi di ristrutturazione e accrescimento dell’efficienza energetica.
La notizia di un’adesione così ampia e rappresentativa del sistema bancario al Plafond Casa è un segnale positivo” dichiara il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, secondo il quale questi fondi “consentiranno anche di risollevare un settore messo a dura prova dalla crisi, creando un giro d’affari che supera gli 8 miliardi”.
Sulla carta, dunque, un’importante iniezione di risorse capaci di riavviare un settore, quello dell’edilizia, che patisce pesantissimi contraccolpi tanto per la crisi quanto per il mercato, completamente fermo. Sempre Ance, nei giorni scorsi, aveva scattato una fotografia emblematica di come il settore delle costruzioni fosse in una parabola negativa: “i dati Istat, riferiti ai primi undici mesi del 2013, mostrano un’ulteriore caduta dell’indice della produzione nelle costruzioni dell’11,1% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. il numero di permessi rilasciati per la costruzione di nuove abitazioni, registrano una ulteriore e significativa flessione del 37,2% rispetto alla prima metà dell’anno precedente. Negli ultimi sei anni (2008-2013), il settore delle costruzioni ha perso il 30% degli investimenti, collocandosi su un livello paragonabile a quello del 1967”. Un trend che rimane negativo: -2,5% per il 2014, sempre secondo i costruttori.
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