Dopo la strage di venerdì a Secondigliano, ieri sera il libro nero del vicinato si è arricchito di due nuovi sanguinosi capitoli.
Verso le 23, a Roma, un pregiudicato italiano ha ucciso un suo vicino con una coltellata al petto.
E ad Afragola, uno dei comuni-dormitorio alla periferia nord di Napoli, un uomo ha ferito a fucilate otto vicini di casa, per fortuna in modo non grave, ed è stato arrestato dopo un tentativo di fuga.
I fatti di Roma sono avvenuti in via Padre Damiano De Veuster, nella borgata di Ponte di Nona, e hanno per protagonisti Raimondo Grilletto, un pregiudicato sessantenne, e il suo vicino di casa Ionel Bebereche.
I due uomini erano soliti litigare per i motivi più futili. Ieri, la pietra dello scandalo erano imprecisati rumori provenienti dall’appartamento di Bebereche, che infastidivano Grilletto.
Dopo un acceso diverbio in cortile, Raimondo Grilletto è salito nel suo appartamento per prendere l’arma del delitto ed è tornato nell’androne, dove ha accoltellato il suo vicino al petto.
L’uomo era ancora vivo quando sono arrivati i soccorsi, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate: è morto poco dopo il ricovero nel policlinico universitario di Tor Vergata.
La lite è avvenuta sotto gli occhi degli altri vicini, il che ha permesso di identificare e fermare immediatamente l’aggressore, che non ha cercato in alcun modo di far perdere le sue tracce.
Raimondo Grilletto ha finito da poco di scontare una condanna per l’omicidio di un cittadino bulgaro nel 2001, delitto di cui si vantava con amici e conoscenti. Ha anche altri precedenti per reati minori, tra cui ricettazione e spaccio di stupefacenti.
Il protagonista dell’episodio di Afragola è invece Marco Castiello, un’ex guardia giurata di 76 anni.
La dinamica dell’episodio ricorda la strage compiuta venerdì dall’infermiere Giulio Murolo: armato di un fucile da caccia, Castiello ha sparato ai suoi vicini dalla finestra, ferendone otto.
Per nessuno di loro la prognosi supera i dieci giorni, ma a detta degli inquirenti si tratta solo di una fortunata coincidenza. Tra i feriti ci sono anche una bambina di sei anni, uno di undici e un ragazzo di sedici.
Dopo la sparatoria, Castiello si è dato alla fuga in autostrada, inseguito da polizia e carabinieri. Il vicequestore Sergio Di Mauro, del commissariato di Afragola, che è riuscito a parlargli al telefono mentre stava scappando, ha spiegato che l’ex vigilante gli ha assicurato che si sarebbe costituito entro qualche giorno.
La telefonata del vicequestore, però, serviva anche a rintracciare il telefonino di Castiello e scoprire che si stava dirigendo in Molise, dove vivono le sue due figlie. Gli agenti lo hanno raggiunto e portato in carcere a Campobasso.
A scatenare la follia di Castiello sarebbe stato il cancello del cortile condominiale, lasciato aperto per l’ennesima volta. Da quando si è trasferito in via Ciaramella, sette anni fa, l’uomo si era lamentato spesso del parcheggio selvaggio in cortile e del cancello mai chiuso.
Anche dopo l’arresto, Castiello non ha dato alcun segno di pentimento, e ha ripetuto di essere dalla parte della ragione.
Un suo nipote, suo omonimo, ha chiesto comprensione e preso le sue difese: “Non doveva sparare. Mi scuso io per lui. Però questo è il risultato dell’esasperazione di sette anni di incomprensioni e liti condominiali”, ha detto. “Il cancello lasciato aperto è stato solo l’ultimo atto. Mio zio non sopportava che ci fosse quel baccano continuo, anche durante le ore notturne, che la spazzatura fosse buttata dovunque. Quando è venuto ad abitare qui ha subito capito che questo posto non era fatto per lui”.
Ovviamente diversa l’opinione di Vincenza De Martino, una dei vicini obiettivo dell’ira di Castiello: “Il cancello aperto? Non ci ha dato nemmeno il tempo di chiuderlo”. Poi ha spiegato: “Lui ha sempre tenuto da ridire, anche per un nonnulla, e quando ieri ha ricominciato non pensavo certo che arrivasse a spararci addosso”.
Il sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, ha firmato un comunicato in cui, prima di ringraziare la Polizia, i Carabinieri e il personale medico che ha prestato i soccorsi, ha attribuito la responsabilità ultima dell’episodio al “malessere sociale che sfocia in episodi di aggressività o addirittura di follia”.
Tuccillo ha chiesto un “Piano regionale per la sicurezza che assicuri la massima vigilanza e preveda la tutela dei più deboli”.
F.M.R.
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