Racconto dell’aldilà di Matthias Politycki, un romanzo tra metaletteratura e visioni dell’aldilà.
Prima o poi ci si trova di fronte a un lago, completamente immobile al centro di un paesaggio nudo e inanimato. Ricorda lontanamente un lago di montagna, ma più vasto, la riva, in ogni caso,si può al massimo vagamente presagire da qualche parte. Del resto vi regna una luce soffusa, non ci sono più colori, né odori, nessun alito di vento, nessun suono, già questa cosa abbastanza terribile, ma soprattutto si è soli con sé stessi, eppure si deve entrare in acqua e attraversarla a nuoto.”
Questa immagine suggestiva ed enigmatica del lago, che simbolizza l’idea dell’aldilà secondo l’I Ching, attraversa in maniera ossessiva il breve romanzo di Matthias Politycki, Racconto dell’aldilà, pubblicato in Italia nello scorso anno da CartaCanta. I temi affrontati dal romanzo sono molti: la morte, l’amore, le difficoltà del rapporto coniugale, l’incomunicabilità e l’impossibilità di una vera comprensione dell’altro, il rapporto tra scrittura e realtà.
Protagonista della narrazione è Hinrich Schepp, sinologo e docente universitario a Berlino, nell’arco di quello che sembra essere un’intera giornata, in una stanza dove l’uomo, nel più assoluto stupore rinviene sua moglie Doro, ormai priva di vita. Il racconto sovrappone diversi piani narrativi, ne intesse i rapporti nell’ambiguità del reale, per rivelarci fin dalle prime pagine, come un gioco di scatole cinesi, l’esistenza di un altro romanzo nel romanzo, scritto in giovane età da Schepp.
La moglie Doro, anche lei docente e studiosa dell’I Ching, ossessionata dall’immagine inquietante del lago, simbolo dell’aldilà, poco prima di morire, dopo aver letto il romanzo incompiuto di Hinrich Schepp, ha apportato delle modifiche al manoscritto, lasciando aperto un altro piano narrativo, quello del passato di Schepp, un passato che incrina in maniera irreversibile l’immagine di marito perfetto e fedele. Sarebbe inutile e poco interessante anticipare il resto della trama. Racconto dell’aldilà è un romanzo che non si dimentica, che affascina e coinvolge grazie soprattutto all’atmosfera onirica e allo stile di scrittura raffinatissimo e denso, ai riferimenti culturali dell’I Ching e al simbolismo che ogni elemento del racconto assume nell’intrecciarsi dei diversi piani narrativi. Molto efficace infine l’idea del romanzo nel romanzo, così da creare nello stratificarsi del racconto un discorso metaletterario, fornendo ulteriore complessità alla narrazione.
Il romanzo si è aggiudicato nel 2009 il prestigioso premio LiteraTour Nord.
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