Nel giorno in cui la Chiesa festeggia san Faustino dobbiamo ricordare che si celebra la festa ufficiale dei single. Il Santo infatti è stato eletto patrono dei cuori solitari. Oltre 7 milioni di persone in Italia, secondo Marco Luca Greppi, promotore della giornata, che proprio il giorno dopo la festa degli innamorati ha deciso di dedicare una parentesi dell’anno a chi per scelta o necessità non vive la condizione di coppia.
Ma c’è poco da festeggiare, almeno a detta di Coldiretti, per i 7,7 milioni di scoppiati italiani che per vivere da soli devono affrontare, in un momento di crisi come quello attuale, un costo della vita superiore in media del 66 per cento. Coldiretti ha fatto il confronto con la spesa media di ogni componente di una famiglia tipo, sulla base dei dati Istat. Quasi una casa su tre (31 per cento) è abitata dalle cosiddette «famiglie unipersonali». I profondi mutamenti demografici e sociali hanno prodotto nell’ultimo decennio l’aumento del 41 percento degli individui solitari.
Ma se la famiglia ha il suo pesante controvalore in termini di esborsi, tanto che non si fanno più figli soprattutto per l’impegno di spesa che la scelta comporta, la vita in solitudine è una vera corsa ad ostacoli dovuta alle difficoltà a far quadrare i bilanci oltre che alla mancanza di compagnia. Secondo l’analisi di Coldiretti la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 332 euro al mese, il 62 per cento superiore a quella media di ogni componente di una famiglia tipo di 2,3 persone che è di 204 euro.
Per questa tipologia di individui – prosegue la Coldiretti – l’aumento di costi è più del doppio (101 per cento) per l’abitazione, maggiore del 76 per cento per i combustibili e per l’energia e superiore del 29 per cento per i trasporti. I motivi della maggiore incidenza della spesa a tavola sono certamente da ricercare – continua la Coldiretti – nella necessità per i single di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto più cari di quelli tradizionali.
Quanto alle abitazioni, è noto che gli appartamenti e le case più piccole hanno prezzi più elevati al metro quadro sia in caso di acquisto che di affitto. Anche l’automobile da soli costa di più come pure riscaldare un appartamento. Le stesse offerte promozionali che si stanno diffondendo in tempo di crisi sono spesso legate alla quantità di prodotti acquistati (come i 3 x 2 o la raccolta a punti) e non consentono a chi vive da solo di avvantaggiarsene anche per motivi legati alla scadenza dei prodotti.
La scelta di non stare in coppia – continua la Coldiretti – non è peraltro sempre volontaria ma è anche determinata dall’invecchiamento della popolazione con un maggior numero di anziani rimasti in casa da soli che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Non è un caso che ben l’8,6 per cento delle persone che vivono da sole sopra i 65 anni si trovano in una situazione di povertà secondo l’Istat, con la percentuale che sale addirittura al 18,6 per cento nel mezzogiorno. È proprio in questa fascia che – sostiene la Coldiretti – si concentra il maggior disagio sociale. In Italia nel 2013 ci sono stati, ben 578.583 over 65 anni di età (+14% rispetto al 2012), che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari facendo la fila davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli o chiedendo in aiuto pacchi alimentari.
Per gli anziani che vivono da soli il problema è spesso anche quello dell’impossibilità di affrontare lunghe distanze per fare acquisti o per le cure sanitarie, visto che la crisi ha favorito la progressiva riduzione dei servizi di prossimità nei centri urbani. A contrastare lo spopolamento delle città Coldiretti segnala invece la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica dove è possibile, al contrario di quanto accade nella gdo, instaurare un rapporto di confidenza e fiducia tra produttori e cittadini.
Certo non basta a chi tutti i giorni deve fare i conti con la propria solitudine, ma può insegnare qualcosa per quello che riguarda l’importanza del dialogo, dello scambio di opinioni, imprescindibile anche dalla più disagiata condizione economica.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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