“Dividere il paese tra chi demonizzava lo strumento dei voucher e chi ne voleva circoscrivere i limiti sarebbe stato solo un errore per l’Italia”. Così il premier Paolo Gentiloni commenta la scelta del Governo di abolire i voucher, dopo che la commissione Lavoro della Camera aveva approvato ieri il testo che proponeva la cancellazione dei buoni lavoro.
Dal 2018 i voucher diverranno per gli italiani solo un ricordo, evitando così il referendum proposto nei giorni scorsi dalla Cgil, fissato per il 28 maggio, con soddisfazione della segretaria generale Susanna Camusso che in un’intervista a Repubblica aveva dettato le condizioni per evitare di andare alle urne per decidere le sorti dei buoni lavoro.
Ciò che è meno certo sono i tempi che saranno quelli della discussione parlamentare: “Useremo le prossime settimane per rispondere ad una esigenza che certamente l’eliminazione dei voucher non risolve, per una regolazione seria del lavoro saltuario e occasionale”, ha detto Gentiloni.
Abbiamo abrogato le norme su voucher e appalti – ha concluso il presidente del Consiglio – nella consapevolezza che l’Italia non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi e nella consapevolezza che la decisione è coerente con l’orientamento che è maturato nelle ultime settimane in Parlamento”.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha spiegato che i voucher potranno essere acquistati entro l’anno. Il testo della commissione Lavoro della Camera prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati. Intanto però le prime 30mila lettere per gli assegni di ricollocazione, la novità introdotta dal Jobs act, rivolte ai disoccupati in cerca di un nuovo impiego, annunciate dal premier Paolo Gentiloni da Avellino, dove ha visitato il Centro per l’impiego insieme al presidente dell’Anpal (la nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), Maurizio Del Conte. “Sono il 10% del totale di quelle che verranno inviate a regime”, ha detto il presidente del Consiglio.
Resta però aperto il dibattito politico. Se per Pierluigi Bersani, abolendo i voucher, il Governo ha dimostrato di “aver paura del referendum”, il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, parla addirittura di “balzo indietro” e di “schizofrenia legislativa”. Critici anche i deputati del M5S che parlano di un “”governo allo sbando e terrorizzato dal voto popolare”.
Non sono contenti neanche imprenditori e sindacalisti, fatta eccezione ovviamente per la Cgil che si dichiara soddisfatta ma comunque intenzionata a “continuare la propria battaglia sul Jobs Act” e richiama l’attenzione anche sul secondo quesito referendario, quello sulla responsabilità solidale negli appalti.
Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dice che l’eliminazione dei voucher “non ci piace e nemmeno il modo: se ‘s’ha da fare’ si faccia il referendum”, per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, sarebbe stato “meglio fare un accordo prima del referendum” puntando ad una drastica riduzione dei buoni lavoro.
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