La verità come in tante altre vicende è nelle mani di Dio. O di Allah, visto che il luogo dove si è consumato l’atroce misfatto è lo Yemen, il paese del South Arabia dove la povertà e l’analfabetismo stimolano l’assurda pratica di concedere in matrimonio la propria figlia, anche di pochi anni, al miglior offerente.
La tragedia, narrata dal quotidiano britannico Daily Mail, nasconde un delitto: Rawan, sposa-bambina di otto anni venduta dal padre a un 40enne, è morta dissanguata per le ferite interne riportate dopo la sua prima notte di nozze. Ovviamente la notizia è smentita dalle autorità della provincia settentrionale di Hajja, in cui sarebbe avvenuto il fatto. Ma il giornalista yemenita freelance Mohammad Radman, che ne è venuto per primo a conoscenza, afferma di avere testimoni pronti a confermarla. Secondo Radman, le autorità stanno cercando di insabbiare la tragedia. Mosleh Al Azzani, direttore del Dipartimento di indagini criminali della zona tribale di Hardh, dove sarebbe morta la bambina, sostiene di aver contattato la famiglia di Rawan che avrebbe negato sia le nozze che la morte della piccola.
Questo nuovo e gravissimo episodio va ad aggiungersi ad altri del genere, come quello recente della morte di una dodicenne colpita da emorragia durante il parto.
Nello Yemen, soprattutto nelle aree tribali e tra le famiglie povere, le spose-bambine sono purtroppo numerose: secondo l’Unicef il 14% delle yemenite si sposa prima dei 15 anni, e sono solo il 48% quelle che superano i 18.
La terribile pratica non riguarda però solo questo Paese: al primo posto c’è il Niger, seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Egitto, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia, l’Arabia Saudita e in Afghanistan. E la lista non può ritenersi esaurita, visto che gran parte del Medio Oriente resta fuori dalle statistiche e non è censito.
Sono povertà, ignoranza e analfabetismo a produrre queste precocissime unioni che spesso distruggono le vite delle fanciulle coinvolte. Nutrirle, vestirle e istruirle costa troppo alle famiglie che incentivate economicamente sono spinte a darle in spose presto. Nei Paesi in cui vige l’usanza che la donna che va in sposa porta con sé una dote, come nel Sud dell’Asia, la famiglia dello sposo è disposta ad accettarne una più ridotta se la ragazza è molto giovane e questo costituisce altro motivo a spingere le famiglie più povere a ‘cedere’ le loro figlie quando sono ancora nell’età dove le principali occupazioni dovrebbero essere lo studio e i giochi.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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