Gli scienziati di Melbourne hanno creato in laboratorio una zanzara capace di bloccare la febbre dengue. L’insetto potrebbe risultare efficace anche contro lo Zika, altro virus trasmesso da uomo a uomo attraverso la puntura di zanzara, che ha fatto dichiarare in Brasile lo stato di emergenza sanitaria a dicembre.
Il merito, strano a dirsi, sarebbe di un batterio detto wolbachia. I ricercatori del Peter Doherty Institute, in Australia, hanno creato una specie di zanzara Aedes aegypti (il principale veicolo dello Zika) infettandola con due tipi di questo batterio. Se l’insetto in questione punge una persona infettata dal virus, quest’ultimo non si propaga attraverso i tessuti e, di conseguenza, non può essere trasmesso all’uomo.
“Essenzialmente è un vicolo cieco per il virus”, spiega il biologo molecolare Cameron Simmons. Questa forma di biocontrollo è stato sperimentato solo per la trasmissione del virus dengue ma potrebbe rendere le zanzare “superinfettate” invulnerabili anche a Febbre gialla, Chickungunya e Zika.
Il virus Zika di solito provoca una forma lieve di malattia; i sintomi compaiono un paio di giorni dopo la puntura di una zanzara infetta. La maggior parte delle persone con malattia da virus Zika presenta febbricola e rash cutaneo, si possono presentare anche congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, e astenia. I sintomi di solito scompaiono in 2-7 giorni.
Il virus Zika è stato scoperto nel 1947 ma solo di recente si è dimostrato una minaccia seria. In teoria, i sintomi non sono gravi e durano dai 2 ai 7 giorni: febbre, rash cutaneo, congiuntivi o dolori muscolari. I problemi però derivano dal fatto che, in primo luogo, non esiste un vaccino. Inoltre, se fino a maggio 2015 si era presentato sotto forma di piccole epidemie sporadiche in Africa e nel sudest asiatico, in Brasile ha contagiato un milione e mezzo di persone.
Ciò che preoccupa maggioramente la comunità medica, è la possibilità di un collegamento tra donne infette in gravidanza, microcefalia infantile e malformazioni del feto. I primi sospetti sono stati presentati dall’ospedale del Pernambuco, nel nord del Brasile. In quattro mesi sono stati 3500 i casi di microcefalia (cranio del piccolo eccessivamente piccolo che compromette le funzioni cerebrali), mentre tra il 2009 e il 2014 erano stati meno di 200 l’anno.
Il legame non è stato scientificamente dimostrato, ma sembra probabile che lo Zika, così come la dengue, combinati ad altri fattori ancora ignoti ai medici, possano favorire tali complicazioni. Tanto è vero che l’OMS, come precauzione, ha sconsigliato alle donne incinte di recarsi in Brasile e nei 17 paesi delle Americhe a maggior rischio di contagio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta inoltre supportando le autorità sanitarie per la “fornitura di larvicidi per il trattamento di siti di acqua stagnante che non possono essere trattati in altro modo, come la pulizia, lo svuotamento e le coperture”.
Importante è anche lavorare per aiutare i laboratori dei vari ospedali a dotarsi di strumenti sofisticati in grado di isolare il virus Zaka.
Persino il Papa è intervenuto sull’argomento, durante la conferenza stampa che di solito concede nei suoi viaggi di ritorno in Italia. Tra le prime domande dei giornalisti al seguito del Pontefice sul volo dal Messico, ieri, quella relativa all’emergenza legata alla diffusione del virus Zika, che minaccerebbe soprattutto le donne in gravidanza. La cosa più giusta per Francesco sarebbe “evitare la gravidanza” con il contraccettivo: meglio prevenire la gravidanza che ricorrere dopo all’aborto che “è un crimine, è fare fuori per salvare, quello che fa la mafia: è un male assoluto”. Il Santo Padre ha quindi sottolineato che per combattere Zika, sul fronte del “male minore, quello di evitare la gravidanza in caso di malattia, si tratta di un conflitto tra il quinto e il sesto comandamento”, cioè tra “Non uccidere” e “Non commettere atti impuri”.
E ha precisato: “Ma non bisogna confondere l’evitare la gravidanza con l’aborto, che non è un problema teologico, ma un problema umano, medico, perché si uccide una persona e si va contro il giuramento di Ippocrate. Si assassina una persona per salvarne un’altra, nel migliore dei casi. E’ un male umano, come ogni uccisione. Invece evitare una gravidanza non è un male assoluto, e in certi casi, come in quello che ho citato del beato Paolo VI, questo è chiaro. Io esorterei i medici perché facciano di tutto per trovare i vaccini contro queste zanzare che portano questo male”.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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